Il fine del saggio di Vost è di «fornire al lettore una sintesi semplice e speditamente leggibile della più grande opera di san Tommaso» (p. 24), la Somma teologica, «una sintesi ineguagliabile delle Scritture, della sapienza filosofica degli antichi e delle intuizioni patristiche della Chiesa latina e greca prima di lui» (p. 21), nella forma di «piccole e accessibili dosi di rivitalizzante sapienza e di dottrina, da godersi pochi minuti alla volta» (p. 24).
Negli ultimi giorni sui social network non si fa altro che par- ' lare di un dramma epocale, una tragedia che sembra rappresentare il vero, grande problema delle donne italiane del terzo millennio: il catcalling, ovvero intende il vizio un po' machista di fischiare alle donne che passano per strada.
A volte c'è bisogno degli incendiari. Delle voci roventi che ricordano la necessità, in certi momenti, di portare la spada. Voci di opposizione radicale, poderosi antidoti alle fedi tiepide e alle idee molli.
Per unire l'umanità, gli insegnerebbe Thibon, non serve gettare ponti ma innalzare scale; «chi non è salito fino a Dio non ha mai. incontrato un fratello». Thibon è un autore sconosciuto ai più. Di lui uscirono mezzo secolo fa in Italia un paio di libri con l'editore Volpe, Ritorno al reale e Diagnosi, e qualche opera minore.
Una donna prova a sopravvivere alla morte di suo marito fuggendo da New York e trasferendosi a Firenze, dove ha vissuto quando era bambina. Dall'altra parte del mondo si porta dietro il dolore della perdita, il lutto, una fede nuziale che non toglie dall'anulare, un manoscritto che ripercorre la sua storia d'amore, ma anche la vita che continua come deve, come può.
Lo spirito del Natale è il titolo di un volume pubblicato nel 2013 dalla D’Ettoris Editori di Crotone. Questo libro, peraltro impreziosito da una prefazione di mons. Luigi Negri, raccoglie una selezione di testi in prosa e alcune poesie sul Natale del brillante saggista e romanziere britannico Gilbert Keith Chesterton (1874-1936), convertitosi in età adulta al Cattolicesimo.
"Ella sgonnella e scopre la caviglia con un fare promettente e lusinghier". Le parole della Bohème pucciniana ci tramandano il polso di ciò che costituiva uno scandalo sociale a metà '800. Già all'epoca, tuttavia, circolavano, più o meno furtivamente, fotografie pornografiche: morbidi nudi di donna, dalle forme canoviane e dalle pose modeste che oggi non ecciterebbero nemmeno un ergastolano. Facendo un confronto con la pornografia (legale) attuale, a portata di clic, si deve ammettere che se ne sono fatti di progressi.
Tutti conoscono – almeno di nome –Antonio Capece Minutolo, Principe di Canosa e il Conte Monaldo Leopardi. Ma quanti saprebbero citare un’opera di Giuseppe Baraldi, situare cronologi-camente e geograficamente Giacomo Mellerio oppure individuare il filone dottrinario di Giovanni Marchetti? Il pensiero contro-rivoluzionario che si è sviluppato nella penisola italica ha avuto altri autori oltre al celebre duo Canosa-Leopardi e agli scrittori della «Civiltà cattolica», ma spesso essi sono poco noti (se non del tutto ignoti) agli stessi studiosi dell’argomento.
Il volume raccoglie tre saggi di Gustave Thibon (1903-2001), intellettuale cattolico francese assai versatile, capace di spaziare dalla filosofia e dalla letteratura antica alla matematica e alla medicina. Nella prefazione, Benedetta Scotti lo qualifica «un lucidissimo anatomista della natura umana» per il profondo realismo con cui guarda all’uomo e alla sua fallibilità strutturale, dovuta al peccato originale, che lo rende ondivago tra nobili desideri e meschine passioni, nostalgico del bene, ma incline al male.