Un cattolico “malpensante” in un epoca di apostasia e rivoluzione: Domenico Giuliotti (1877-1956). «Mentre la Torre (simbolo di potenza, regalità e di dirittura) si eleva, giudicatrice e punitrice, sull’imbestiamento del secolo, noi, che in pieno contagio futuristico abbiamo avuto l’animo di innalzarla, ci professiamo, a scandalo degli stolti, reazionari e cattolici. Reazionari, invochiamo e propugniamo a viso aperto, contro i figuri demagogici, la necessità del boia; cattolici, mentre le monarchie vacillano, difendiamo la Chiesa. Perciò la nostra fede non è un inginocchiatoio, ma un coltello. La tolleranza è indifferenza: chi crede vuole che gli altri credano. Noi siamo intolleranti»1 . Queste parole che aprono il primo numero della rivista La Torre nel 1913 scuotono il mondo letterario italiano e non solo letterario.