La nazione nella prospettiva del gesuita padre Taparelli d'Azeglio si forma alla luce della storia e del senso comune. Essa, pertanto, non può non contrapporsi alla concezione romantica e risorgimentale di nazione come bene comune supremo, cui anche la fede e spesso anche la ragione devono inchinarsi. Uscito nella primavera del 1848, durante i giorni della insurrezione di Milano contro il governo imperiale, il saggio suscita subito reazioni polemiche da parte dei liberali e dei mazziniani. Il saggio introduttivo di Giuseppe Bonvegna colloca il lavoro taparelliano all'interno del dibattito fra culture politiche del suo tempo — e anche di quello odierno —, situandolo altresì storicamente nel complesso frangente risorgimentale in cui vede la luce.
Padre Luigi Taparelli d'Azeglio, S.J. (1793-1862), torinese, è uno dei più noti e brillanti filosofi e sociologi conservatori del primo Ottocento. Giuseppe Bonvegna, milanese, è ricercatore e docente di Antropologia Filosofica presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore.
Scheda Libro
Autore | Luigi Taparelli d'Azeglio SJ |
Titolo | La nazione “alternativa” |
Sottotitolo |
La nazionalità nel pensiero di un sociologo cattolico del Risorgimento |
Collana | Biblioteca di studi conservatori |
Anno | 2016 |
Pagine | 120 |
Formato | 15X21 brossura cucito |
ISBN | 978-88-9328-003-7 |