Che cosa hanno in comune il bandito Marco Sciarra, l'insorgente Fra Diavolo o il brigante Crocco? Apparentemente niente, ma in realtà li lega un filo rosso, quello della resistenza, più o meno consapevole, da essi opposta in tempi diversi allo Stato moderno nascente o in via di affermazione.
A metà strada fra l'opposizione passiva e la sollevazione popolare, il banditismo raccoglie fra i secoli XVI e XVII soldati disoccupati, disobbedienti fiscali, fuorusciti, protagonisti di conflitti tra fazioni e nobili impoveriti o preoccupati per l'invadenza statale. Vera sollevazione popolare è invece l'Insorgenza (1792-1814), cioè l'insieme delle resistenze contro la Rivoluzione e contro il regime di Napoleone Bonaparte in Italia e in Europa.
Anche il brigantaggio postunitario è una realtà complessa, in cui rientrano la fedeltà dinastica e la resistenza all'invasore, l'opposizione alle caratteristiche più invadenti del nuovo Stato unitario – innanzitutto la coscrizione obbligatoria e la pesante fiscalità –, antiche tensioni sociali e l'inevitabile delinquenza comune. In questo libro Francesco Pappalardo descrive in maniera capillare, utilizzando una ricca documentazione, il panorama storico in cui nascono e si sviluppano queste realtà, soffermandosi su tanti personaggi non sempre presenti nei libri di storia: da Alfonso Piccolomini a Giulio Pezzola, dagli insorgenti meridionali – «Sciabolone», «Francatrippa», «Panedigrano», «Sciarpa» – fino a briganti come «Centrillo», il sergente Romano, Ninco Nanco.
Recensioni
Autori | Francesco Pappalardo |
Titolo | Dal banditismo al brigantaggio |
Sottotitolo |
La resistenza allo Stato moderno nel Mezzogiorno d'Italia |
Collana |
Magna Europa. Panorama e voci |
Anno | 2014 |
Pagine | 210 |
Formato | 15X21 brossura cucito |
ISBN | 978-88-89341-80-3 |